domenica 17 marzo 2013

Inaugurazione ArteDonna 2013



Emanuela Fera
Sabato 9 Marzo, alle ore 17.00 presso Tuttolibri si e’ inaugurata la rassegna ArteDonna 2013 che resterà aperta al pubblico fino al 11 aprile.
Questo evento che si è svolto con il patrocinio del Comune di San Zeno Naviglio, la perfetta organizzazione del critico d’arte e scrittore Simone Fappanni e dell’associazione Donne in Arte, ha visto la partecipazione di molte artiste valenti ed è stato impreziosito dalla presenza di quattro poetesse che ci hanno fatto sorridere e riflettere con le loro parole intense.

Gli aforismi pungenti di Daniela Bonomi, la passione per il mare di Simonetta Fantoni,e poi la grazia di Vanna Cicognini e la determinazione di Francesca Fedele, hanno reso omaggio a tutte le sfaccettature dell’animo femminile, la fragilità e la forza, i turbamenti e le gioie, le cadute e le rinascite di ogni giorno.


Quello che si respirava era un universo al femminile e i partecipanti, immersi in opere e parole di donne, erano circondati da colori ed emozioni che avevano la morbidezza di un caldo e rassicurante abbraccio, quello che solo le donne che amano sanno donare.
La serata è stata di grande interesse.
Il Dott.Fappanni ha dato spazio a tutte le artiste singolarmente, descrivendone qualità e tecniche pittoriche e tracciando le linee principali del loro percorso artistico attraverso una sapiente esposizione che ha messo in risalto le caratteristiche peculiari di ognuna.
La varietà di stili e di temi ha reso la rassegna ancora più accattivante.
Ogni opera esposta era un mondo che si apriva, una sensibilità che voleva uscire, un bisogno di espressione che pretendeva di emergere, un dolore che aveva bisogno di essere lenito, una goccia d’amore che chiedeva di essere donata.

L’opera con la quale ho partecipato alla rassegna si intitola “Silente Perfezione – Inverno” e fa parte di un progetto di quattro tele rappresentanti le quattro stagioni che vuole essere un omaggio alla grande arte giapponese dell’Ikebana.

Daniela Ravasio
La tradizione estetica giapponese è volta alla ricerca di un perfetto equilibrio fra natura e religione.
Per i Giapponesi tutto può trasformarsi in arte: dal preparare il tè, a collocare fiori in un vaso, fino all'estremo sacrificio della propria vita, ma per fare ciò ci si deve imporre una ferrea disciplina .
La bellezza è nell'equilibrio di forme e spazi, la bellezza non ha bisogno di infrastrutture, la bellezza è essenza, è silenzio, quel silenzio che porta alla concentrazione, alla meditazione, alla consapevolezza di sé.

Tuttavia il termine ”silente” in queste opere non rappresenta solo il silenzio in quanto stato ideale del creare, ma ha in se’ anche l’accezione di “Still”, di Still Life in inglese e quindi colloca le medesime nella categoria delle nature morte, ferme, immortalate nell'attimo  inesorabilmente statiche ma proprio per questo perfette e immutabili nel tempo.